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Immagine del redattoreFrancesco Russo

Provvigioni locatari: anche gli Stati Uniti si preparano ad abolirle

Provvigioni sull’affitto da parte dei locatari: si o no? La lotta tra affittuari e agenti immobiliari nella giungla del mercato delle locazioni continua e si fa sempre più agguerrita.

Dopo il letting fees ban del Regno Unito – varato nel 2018 ma entrato ufficialmente in vigore nel giugno del 2019 dopo una serie di tira e molla e giochi di forze tra il governo inglese e le associazioni degli agenti immobiliari – e il no alle provvigioni della Germania risalente al 2015*, ora anche gli Stati Uniti – anche se per il momento la notizia riguarda solo lo stato di New York – sembrerebbero muoversi verso questa direzione.

Quali sono i motivi di questo cambio di rotta?

La situazione affitti, già di per se intricata per vari motivi – non ultimo l’irrompere di un player ‘game changer’ (come direbbero gli inglesi) come Airbnb nel settore degli affitti brevi –  si complica ancora di più.

I canoni di locazione degli immobili residenziali nelle grandi città hanno registrato negli ultimi anni un aumento generalizzato, a livello globale. Tra le motivazioni dell’aumento c’è sicuramente la riduzione dell’offerta, dovuta prevalentemente alla crescita del fenomeno degli affitti turistici.

Contribuisce al rialzo dei valori l’aumento del numero di persone che cercano casa in affitto perché non vogliono (un trend spiccato tra i millennials)o non riescono ad acquistarla.

Qual è la situazione a New York?

È notizia fresca della scorsa settimana: lo stato di New York ha da poco varato una nuova legge per vietare il pagamento delle provvigioni sugli affitti agli agenti immobiliari da parte degli inquilini.

Il New York Times, il 6 febbraio, pubblica un articolo sugli affittuari esultanti, portando ad esempio la storia di John Grant, un giovane newyorkese di 29 anni che va a vivere da solo per la prima volta e dopo settimane di ricerche trova finalmente un appartamento adeguato alle proprie esigenze ad Astoria, nel Queens, tramite un annuncio trovato su SteetEasy, un sito web di annunci immobiliari.

John – continua il New York Times – sa che dovrà pagare $2.700 o una cifra pari al 12% del suo contratto di locazione annuale, al broker che ha gestito la locazione. “Non è elettrizzato all’idea, ma vede le provvigioni come un esborso inevitabile nel lungo ed estenuante percorso alla ricerca della casa ideale a NYC”.

Tuttavia, quello stesso giorno John Grant apprende dai giornali la notizia sul divieto imposto dai legislatori dello Stato di New York, che in accordo con le leggi sulla protezione degli inquilini (Tenant Protection Act) impedisce ai broker di addebitare le commissioni agli affittuari, rimanendo così incerto sul da farsi.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, a quanto pare, John Grant – e come lui tanti inquilini newyorkesi – dovrà pagare le provvigioni al broker. Infatti, lunedì 10 Febbraio un giudice dello Stato di New York ha temporaneamente bloccato la sentenza della scorsa settimana, offrendo una soluzione temporanea ad un settore – quello degli agenti immobiliari statunitensi – che si preparava a rispondere con forza.

Cosa prevedeva la norma dello Stato di New York?

L’ordine di sospensione del giudice Micheal Mackey non prefigura necessariamente che il divieto sulle provvigioni sarà bloccato per sempre. Tuttavia, per il momento e almeno fino al 13 marzo, i broker potranno continuare a riscuotere le provvigioni sulle locazioni dagli inquilini.

Il senso della norma, non è quello di abolire in toto le provvigioni, ma di agevolare gli inquilini – che sempre più spesso non usufruiscono dei servizi degli agenti immobiliari per trovare gli appartamenti da prendere in affitto, ma effettuano la ricerca in modo indipendente attraverso siti internet come Craiglist o tramite il passaparola – in un mercato così costoso e competitivo come quello di NYC. In base alla norma, i broker che rappresentano i proprietari di immobili e che offrono loro un servizio, gestendo per loro conto la locazione, sarebbero comunque in grado di riscuotere le commissioni dagli stessi proprietari, ma non dall’inquilino. Nel caso in cui, invece, sia l’affittuario stesso ad assumere un broker che lo aiuti a trovare un appartamento, la provvigione sull’inquilino sarebbe ovviamente consentita e preservata.

E in Italia?

Per il momento in Italia la situazione non presenta discontinuità rispetto al passato. Tuttavia, come verrebbe accolta una notizia simile dagli agenti immobiliari italiani? Come una minaccia ulteriore di disintermediazione e una perdita di opportunità di guadagno? O forse a ben vedere potrebbe trattarsi di un’opportunità? Pensandoci, con un’impostazione normativa simile, tutti i clienti (locatari) si affiderebbero alle agenzie per cercare casa in affitto e quindi ci sarebbe più business per i professionisti con una diminuzione dell’incentivo al fai da te.


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